Ormai per chi vuole prendere parte al 30 for 30 è ora di preparare le valigie, la transition bag e tutto ciò che serve per andare a combattere la personale battaglia contro il territorio scannese, tanto gentile quanto arduo e impervio. Crediamo però che nel vostro bagaglio manchi qualcosa e che difficilmente un atleta pensa a mettere in valigia prima di partire per una gara o un evento; una guida. Beh, non siamo Lonely Planet ma in uno dei nostri giri nel paese, ci siamo immaginati in gara e allo stesso tempo a spasso, tra un arrosticino, un pan dell’orso e un bicchiere di vino. Così, appena arrivati potrete percorrere la vostra personale ricognizione tecnica sul tracciato abbracciati a chi amorevolmente, armato/a di santa pazienza, vi accompagnerà per la vostra sfida.
E’ ora di partire, è ora di fare una passeggiata per il borgo.
“Salendo dal lago, dopo aver affrontato la prima parte nel bosco percorrendo lo stupendo sentiero del cuore ci troveremo a breve a scendere tra le vie del paese. Sai, una delle prime cose che mi viene in mente è che dalla sommità di Monte Rotondo scende un ruscello che hanno “tombato” nella parte che attraversa Scanno.” “Davvero?” “Si, anni fa, quel ruscello era ritrovo delle lavandaie che lo utilizzavano per lavare i panni. L’acqua scorre sempre veloce e la sorgente nasce dalla sommità del monte e la temperatura dell’acqua è davvero sempre frizzante”. “Attraverserete la strada provinciale per andare verso i famosi gradini di Scanno, croce e delizia delle frazioni bike e trail?”. “Esatto. A proposito, sai quanti sono? Prima degli scalini però passeremo all’interno del cortile della chiesa di Sant’Antonio di Padova con l’annesso convento. Un arco e una fontana ci fanno presagire le prime scale del paese. Sai, mi hanno raccontato una storia, che forse è una leggenda su questo convento. Te la racconto. La chiesa e il convento risalgono al 1500. Anni dopo la loro costruzione il convento fu messo in vendita e un appartamento fu acquistato da un riccone che volle aprire due balconi al posto di due finestre. Trascorse qualche anno nell’abitazione e subì la perdita dei due figli. In paese si mormorava che era stato colpito da una maledizione avendo in un qualche modo profanato un’opera religiosa di importante valore storico.” “Wow, leggenda o no, sarebbe stato forse meglio evitare la costruzione dei balconi credo...”
“Continuiamo il percorso verso i vicoli, pieno di volte, portali, tutto in rigoroso ordine e costruito a regola d’arte. Scanno doveva essere un posto molto ricco anni fa. Si racconta, ma questa volta non si tratta di leggenda che solo nel paese c’erano pastori che custodivano circa 120000 capi di bestiame che facevano le transumanze. Saliamo ancora, fra poco arriveremo nel punto in cui le energie cominceranno a scarseggiare ma il ristoro, la folla riuscirà a dare ancora un po' di verve per salire le scale già passate due volte con la bici in spalla. Sapevi che quelle scale, da noi a volte maledette sono state fotografate da Henri Cartier Bresson negli anni ’50 e che a ricordo di ciò c’è una sorta di lapide? Ah, ecco, altra leggenda paesana. Alla sinistra delle scale, dove solitamente viene posizionato l’arco Red Bull, che ovviamente durante la gara non hai modo di ammirare, c’è un palazzo signorile con colonne di granito. Il proprietario era l’uomo più ricco di Scanno e pagò i suoi dirimpettai affinchè nessuno costruisse davanti al suo palazzo perché voleva mantenere la bellissima vista di cui godeva per vedere le montagne.” “Non dirmi che qualcuno ha avuto il coraggio di rifiutare e fargli un dispetto”. “Dispetto? Altro che dispetto. Non solo ha costruito un ulteriore piano alla sua abitazione invadendo letteralmente la vista del riccone ma sulla facciata fresca di costruzione fece disegnare due occhi, un naso e la bocca in versione boccaccia”. “Coraggioso…ma come finì?”. “Le leggende non finiscono mica sempre bene o male…chissà”.
“Prima di uscire dal paese, in leggera salita passeremo attraverso Porta della Croce che è l’ultima porta rimasta in vita della città antica.” “Da lì in poi, dove andrete?” “Da lì in poi saremo per un bel pezzo soli tra i sentieri che sovrastano Scanno per poi aprire la vista sul lago che dagli ultimi metri dell’ultima discesa si fa notare nella sua famosa conformazione a cuore. E’ un lago naturale, spesso bandiera blu, con acque pulitissime e con tante leggende che lo narrano.”
“Adesso capisco tante cose in più di questo stupendo paese. Ti devo confidare una cosa. Voi, dico voi triatleti, ma in generale un po’ tutti gli sportivi non siete spesso capaci di venderci le cose. Dico sul serio. Se avessi saputo il 10% delle cose che mi hai fatto vedere oggi passeggiando per Scanno di cui non avevi minimamente accennato, avrei evitato di urlarti contro per 3 giorni alla tua ennesima richiesta di andare a fare una gara al tuo dai andiamo insieme, senza dirci neanche dove, come e perché. Cioè, il perché voi lo sapete bene, ma questo per me può valere un bel perché. Se poi andiamo a bere un buon Montepulciano d’Abruzzo, mangiare venti arrosticini e un pan dell’orso da mezzo chilo allora, dico, come avrei potuto mai dirti di no o anche solo farti la predica?” “Mmmmm, sai, di Scanno non ti ho detto mica tutto. Sulla frazione bike, quando scendiamo…insomma c’è una piccola scalinata…dove…”
L'articolo è tratto da un racconto scritto a "4 mani" da me e Matilde Landriscina del B&B Il Palazzo di Scanno, nonché parte dell'organizzazione di XTERRA Italy Lake Scanno
Emanuele
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