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Immagine del redattoreEmanuele

Test Cannondale Scalpel 1: spostare il limite è anche questione di materiali.


Era da un pezzo che non riuscivo a prendere tra le mani un mezzo come questo per testarlo per bene. Per bene intendo non 1 ora ma ben due mattinate complete andando a cercare più terreni possibili. Innanzitutto va detto, per dovere che avere tra le mani una bici nuova, per di più test, per di più di livello alto, molto alto, ti regala almeno 20 watt alla ruota. Dico almeno, ma potrebbero essere anche di più. Da cosa derivano? Dall’entusiasmo, ovvio. Quando sali su una bicicletta nuova, ciò che ti porta avanti è la voglia di scoprire ciò che ti può regalare rispetto a quello che già conosci. Badate bene. Non è che dopo che hai testato una bici del genere allora la tua la devi buttare via. Devi capire dove può aiutarti. Ecco, allora. Togliamoci subito un bel dente.

Il prezzo

Dove non può aiutarti la Cannondale Scalpel 1 è nel tuo portafoglio. Lo prende, lo svuota e lo caccia via al primo “fosso” che trova sulla sua strada. Lo svuota così tanto? Di 7999,00 euro. Roba che se ti presenti in negozio con 8000 euro esci anche col resto. Che spettacolo il marketing. Effettivamente l’otto o il sette davanti alle altre centinaia, che sono spicci, fanno la differenza nella sensazione. Non nella sostanza. Cioè: se devi chiedere un finanziamento ti danno 8000 mica 7999.

Bene. Detto ciò, consapevole del fatto che se ci fossi caduto e rotto qualcosa mi sarei giocato almeno il 40% del mio camper sono partito alla ricerca dei peggiori, o quasi, single track e sentieri sui colli bolognesi. Due giornate perfette per girare in mtb. Due giornate dove il caldo non è il caldo e il freddo non è freddo. Da Dio insomma. Sentieri coperti completamente di foglie così da nascondere alla forcella le asperità da “subire”. Già che ci siamo ve la descrivo.

Sospensioni

La Lefty Ocho, sulla Scalpel 1 è la versione carbon. E ci mancherebbe anche. La top insomma. Un rene. E’ bella a vedersi, è bella a toccarsi, cioè a toccare lei, è bella com’è studiata. E’ bella ma fa anche il suo lavoro. Mi verrebbe da gridare per descriverlo, il lavoro. Sarà anche un angolo di sterzo generoso che rende la guida sullo sconnesso, sicuro. Si, sicuro, senti lo sterzo saldo, in mano, in controllo, sempre pronto a rispondere alle sollecitazioni che gli imponi. La senti lavorare senza una sbavatura e vai giù senza pensare a quello che da sotto potrebbe impedirti una bella ride sessioni in controllo totale. C’è poi quella sensazione “strana” che solo la Lefty sa darti. Non proprio positiva per la verità ma nelle frenate in discesa, su asfalto la senti un po’ tirare a sinistra. Ovvio. Trascurabile? Si, assolutamente trascurabile. Anche perché, quella sensazione sparisce del tutto quando imbocchi sconnesso o sterrato. Perché? Perché la frenata è più modulata dalle tue dita invece che di una frenata al limite come capita in asfalto. Cioè, le staccate da MotoGp, sullo sconnesso non le fai, altrimenti, che tu abbia la Lefty o una forcella normale, finisci per terra.

Scendi dalla bici, la guardi, pollice in alto e riparti. Già che ci siamo allora parliamo del mono ammortizzatore centrale. Un bel Fox Float DPS Factory EVOL, 100mm con remote lockout. Cento mm sono un ottimo compromesso tra un mono minimal di alcune concorrenti e mono da enduro. Trovo però non molto azzeccata la scelta di due sole posizioni. Nel caso specifico, essendo il mono Fox si potrebbe pensare a una terza posizione intermedia tra tutto aperto e tutto chiuso. Quando si pone questo problema. Soprattutto nelle salite molto sconnesse dove usi il mono aperto. Ti trovi anche la forcella davanti aperta che in salita non serve a molto. Idem per i tratti veloci sconnessi dove un po’ di confort al posteriore farebbe comodo ma altrettanto non vorresti per la forcella anteriore. Insomma, è una soluzione che non mi convince. In realtà, col senno del poi e dopo essermi confrontato con qualcuno che di Cannondale ne sa un po’ abbiamo controllato le pressioni e…il setting non era proprio adatto alle mie caratteristiche. O meglio, non avevamo avuto il tempo di fare sag e setting. Mi è stato garantito che la terza posizione non è assolutamente necessaria quando si riescono a settare le sospensioni in maniera consigliata. In più, a differenze delle altre forcelle, la Lefty non ha la possibilità di avere una mezza misura, mentre in teoria si avrebbe al mono. Ma si dovrebbero avere due comandi sul manubrio. Naaaa, settiamole allora per bene e divertiamoci così.

Cerchi

Abbandoniamo le sospensioni passando veloci ai cerchi. Di serie in carbonio, Hollogram con mozzo DT Swiss al posteriore e “proprio”, ovviamente, all’anteriore. Peso normale, buona ruota. Ormai la dotazione dei più grandi marchi in commercio si auto-dota di materiali propri. Ciò va a scapito a volte di un po’ di qualità in più che si potrebbe raggiungere con marchi specifici. Ma tant’è e ormai la strada sembra segnata. Lo stesso vale per Scott con Syncros, Specialized con Roval, Trek con Bontranger.

Gruppo

A parte la guarnitura e la corona che anche in quel caso sono della casa, la Scalpel 1 monta un bel gruppo Shimano XTR 12v tranne che al pacco pignoni (XT). Non c’è granchè bisogno di tesserne le lodi. Shimano è senza dubbio una garanzia e col 12 velocità ha fatto centro anche con la rapportatura che invece in alcuni casi in Sram lascia a desiderare. Freni potenti e leggeri, assolutamente affidabili. Guarnitura e corona. Ahi, ahi ahi Cannondale. Mi sei scivolata sulla costruzione della corona. Le troppo abbondanti misure di spessore dei denti provocano purtroppo un “risucchio” della catena nel momento in cui si smette di pedalare.



Ciò comporta uno sfregamento della catena contro il telaio che dopo un po’ si segna in maniera molto poco carina. Ovviamente è il problema minore. Anche se non ho avuto modo di testarla con il fango, il timore che in situazioni estreme ci si possa ritrovare con la catena infilata tra il telaio e la guarnitura creando dei danni. Il passaggio è stretto è vero e potrebbe non succedere ma…

Sella

Colpito molto positivamente dalla Sella “corta” di nuova generazione Prologo Ndr. Non una sella racing sia chiaro, ma molto comoda e che ti fa sentire molto a tuo agio. Per me che da anni uso solo ed esclusivamente Selle Smp con la loro conformazione unica è una bella notizia. Potrò avere forse un’alternativa alla dipendenza annuale da Smp. Vedremo.


Telaio

Di primo “acchitto” devo dire che mi ha lasciato perplesso. Molto. Per permettere l’alloggiamento della seconda borraccia sul piantone centrale è stato ricavato uno spazio importante alla base. Sopra la guarnitura per capirci. Ecco, senza borraccia e senza portaborraccia esteticamente mi ha colpito in maniera negativa ma facendoci l’occhio e con seconda borraccia bordo, tutto fila liscio anche alla vista. Circa dieci anni fa cominciò la “rivoluzione” full con qualcuno che provava ad approcciarsi ai due ammortizzatori rinunciando prima di tutto al peso della front, alla reattività della front e tanti altri benefici che sicuramente allora erano maggiori. Un altro motivo che allora trovavo per evitare il passaggio era l’alloggiamento della seconda borraccia. E allora? Negli anni hanno risolto la maggior parte dei “problemi” sopra citati. Ora la trasformazione è finita e la front per tornare in auge dovrà inventarsi qualcosa di veramente grosso. Brutti tempi per le frontine da 8 kg. La Scalpel monta l’HI Mod, il telaio più leggero. Non a caso si chiama Scalpel Hi-Mod 1 e rispetto alle sorelle minori porta in dote un telaio differente. Altra soluzione tecnica che comporta un bel po’ di comfort in più e meno sbattimento è l’alloggiamento ricavato tra il telaio e la borraccia dove può essere inserito un kit Fabric con erogatore e piccola bomboletta di Co2 e un multitool 8 in 1. Eviterete di dimenticarvelo tutto le volte che uscite e non ci dovrete più pensare. Non male.

Piega Cannondale. Reggisella in carbonio Enve molto seplice da regolare.

La descrizione degli elementi non rende giustizia ad una mtb del genere. Il terreno dove metterla alla prova e dove potrete avere sensazioni davvero mai provate sono sentieri rocciosi, sconnessi dove apprezzerete il grande lavoro delle sospensioni, della stabilità del mezzo e l’immensa sensazione di grip che ti regala. Ciò ti porta a spostare un po’ alla volta il tuo limite in avanti, e poi in avanti e poi vai a cercare qualche bella discesa per DH. Se proprio non potete farne a meno, fatelo, ma almeno prima montate un reggisella telescopico che può solo aumentare la padronanza nella conduzione. E’ arrivata l’ora di portarla di nuovo in negozio. Qualcun altro vuole sentire le mie stesse sensazioni. Beh, sono geloso. Ci rivediamo Scalpellina?


Emanuele

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